La guerra siriana sembra approssimarsi alle fasi finali, ma non c’è fine alla sofferenza delle persone coinvolte nel conflitto. “Mezzo milione di individui hanno perso la vita e milioni di persone sono sfollate all’interno e all’esterno del paese, ma la dimensione della disperazione umana non può essere espressa in numeri”, spiega Janine Lietmeyer, responsabile del programma per il Medio Oriente del Malteser International, l’agenzia di soccorso internazionale dell’Ordine di Malta. “Il paese ha vissuto gravi devastazioni fisiche ed economiche. L’economia è crollata del 50% dall’inizio della guerra nel 2011, e molte persone vivono in condizioni di estrema povertà, mentre la disoccupazione e la disperazione continuano a crescere. La guerra ha anche lasciato segni profondi nel tessuto della società siriana, che ora è quasi priva di coesione sociale. Accademici, professionisti e lavoratori qualificati hanno lasciato il paese in massa, molto probabilmente per non tornare mai più”.
Janine Lietmeyer, “nonostante le sfide e gli orrori della guerra, le organizzazioni nostre partner in Siria sono diventate attrici importanti in una società civile guidata dai valori dell’umanità e dagli aiuti umanitari slegati dalla politica”. “Ogni sforzo da ora in poi dovrebbe mirare a mantenere questi valori anche nella Siria del dopoguerra” ha affermato.
Più della metà della popolazione siriana – circa 12 milioni di persone – è stata costretta a lasciare le proprie case a causa del conflitto, con 5,6 milioni di rifugiati all’estero. Molti non hanno alcuna prospettiva di tornare a casa nel prossimo futuro.
La guerra in Siria è diventata una delle più lunghe e sanguinose della storia recente. Il Malteser International fornisce assistenza medica salva-vita per le persone colpite dal conflitto e dal 2012 assicura assistenza in nove centri sanitari, tre ospedali, due banche del sangue e un centro di produzione di ossigeno nella Siria nord-occidentale.
La scorsa settimana, in occasione del mercoledì delle Ceneri, il Malteser International, ha lanciato la sua campagna annuale di raccolta fondi “Make Lent Count”, chiedendo donazioni per sostenere le persone colpite dalla guerra in Siria.