Cari confratelli e consorelle, cari volontari e sostenitori dell’Ordine di Malta nel mondo, desidero rivolgere a tutti voi e alle vostre famiglie il mio più caro augurio per la Santa Pasqua.
Una Pasqua che per la seconda volta viene vissuta nel contesto della pandemia di Coronavirus con le celebrazioni che subiscono forti restrizioni ed in un clima di sofferenza e di apprensione. Abbiamo alle spalle un anno molto difficile. Il mio commosso pensiero è rivolto a chi ha perso un familiare o una persona cara, a chi ha sofferto in prima persona gli effetti della malattia. Penso alle numerose persone che hanno subito le conseguenze di una crisi che ha gravi ripercussioni sul mondo del lavoro. Penso anche ai giovani privati della possibilità di vivere una fase della loro vita naturalmente tesa verso la conoscenza e la scoperta del mondo. Penso agli anziani isolati e privati degli affetti.
La Pasqua rappresenta la speranza. La resurrezione di Gesù ci ricorda che anche nei momenti più bui non dobbiamo mai perdere la fede. Essa ci accompagna sempre, anche quando ci sentiamo persi. La mano di Cristo è sempre tesa verso di noi e il suo messaggio è oggi più vivo che mai. Questa certezza ci deve donare forza, energia e coraggio per continuare ad aiutare chi è meno fortunato.
Con parole, come sempre molto toccanti, Papa Francesco pochi giorni fa in occasione della Domenica delle Palme ha affermato: “Lungo la via crucis quotidiana incontriamo i volti di tanti fratelli e sorelle in difficoltà: non passiamo oltre, lasciamo che il cuore si muova a compassione e avviciniamoci”. Un’esortazione a continuare a percorrere la strada della misericordia, che noi conosciamo bene.
Desidero dunque ringraziare i nostri medici, i nostri volontari, i nostri membri che in tanti paesi del mondo continuano ad alleviare le sofferenze causate dalla pandemia rinnovando ogni giorno il motto fondante che da oltre 900 anni anima la missione dell’Ordine di Malta “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum”.
Sono molteplici le iniziative nate in questi lunghi mesi per sostenere le persone in difficoltà. Molti progetti esistenti sono stati convertiti per far fronte alla nuova emergenza, mentre altri sono nati da zero. Nuovi ospedali sono stati costruiti; servizi di assistenza domiciliare, di sostegno psicologico e di trasporto di pazienti sono stati avviati. Iniziative encomiabili che si affiancano al contributo che i nostri medici, infermieri e volontari stanno fornendo alle campagne vaccinali in corso. Anche di fronte a questa sfida, l’Ordine di Malta ha saputo adattarsi trovando nuove modalità per essere vicino a chi soffre.
Desidero inoltre ricordare l’importante sforzo che i nostri operatori sanitari danno quotidianamente in scenari complessi come il Medioriente, che – in aggiunta ad anni di instabilità – ora lotta anche contro la pandemia. Penso in particolare al Libano attraversato da una gravissima crisi economica e sociale, e all’Iraq dove l’Ordine di Malta sta lavorando per costruire un futuro per le minoranze perseguitate dall’intolleranza.
Continuiamo dunque a coltivare la fiducia e la speranza: sono certo che i nostri sforzi saranno presto ripagati. Concludo ricordando che per Sant’Agostino quella pasquale è “la madre di tutte le veglie sante, durante la quale il mondo intero è rimasto sveglio”. Quest’anno tale veglia assume un significato ancora più profondamente connesso con la speranza di un nuovo domani.