Il Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta ha ricevuto in udienza solenne il Corpo diplomatico accreditato presso il Sovrano Ordine, per gli auguri di inizio anno. L’incontro si è svolto nella chiesa di Santa Maria del Priorato realizzata da Giovan Battista Piranesi, all’interno di Villa Malta a Roma.
Ha introdotto la cerimonia il Decano del Corpo Diplomatico l’Ambasciatore dell’Honduras Alejandro Emilio Valladares Lanza che, dopo aver rivolto gli auguri agli oltre 100 diplomatici presenti, ha voluto ricordare che l’Ordine ha aumentato il numero dei paesi con cui intrattiene rapporti diplomatici, e le principali azioni umanitarie svolte nel corso del 2002 a favore delle popolazioni colpite dai conflitti e da calamità naturali. Il Decano, in particolare, ha menzionato gli appelli del Santo Padre affinché gli uomini di buona volontà uniscano gli sforzi per risolvere le divergenze di opinione, i conflitti e le situazioni di insicurezza che rischiano di insanguinare il mondo.
Qui di seguito è riportato il discorso pronunciato dal Gran Maestro.
Egregio Signor Decano,
Eccellenze, Signore e Signori,
Vorrei innanzitutto esprimere i miei più sentiti ringraziamenti all’Ambasciatore della Repubblica dell’Honduras, Sua Eccellenza Alejandro Emilio Valladares Lanza, per gli auguri che mi ha fatto in nome del Corpo Diplomatico accreditato presso il Sovrano Militare Ordine di Malta.
Esprimendovi a mia volta, all’alba di questo anno 2003, i miei più calorosi auguri per voi, i vostri familiari e le popolazioni dei paesi che rappresentate, vorrei salutare in particolare, Signor Decano, l’alto livello di pensiero che si innalza dai vostri discorsi sugli avvenimenti così importanti che si svolgono attualmente e non possono lasciarci indifferenti.
L’atmosfera di pace e serenità che aleggia nella chiesa di Santa Maria dell’Aventino, dove ho il privilegio di ricevervi oggi, non corrisponde purtroppo al senso di apprensione che prevale attualmente in quasi tutti i continenti.
Le minacce di conflitti armati succedono alla spirale di violenza che si allarga in numerose parti del mondo.
La Terra Santa, che dovrebbe essere un’oasi di pace, è teatro di atti di terrorismo e di repressione che costano la vita di innumerevoli vittime innocenti, e si contano a migliaia gli uomini, le donne e i bambini colpiti, nella salute o la vita, dagli attacchi omicidi dei belligeranti o dagli estremismi delle varie comunità che un tempo coesistevano.
Anche il nostro ospedale della Sacra Famiglia a Betlemme è stato, per due volte, bersaglio diretto delle forze armate. La Maternità, aperta a tutta la popolazione locale, senza distinzione di origine, lingua, etnia o religione, e che accoglieva, prima delle ostilità, le future madri ed i neonati, non è più liberamente accessibile. Ciononostante e grazie al coraggio e alla dedizione ammirevoli di tutto il personale, l’ospedale ha potuto, malgrado la recrudescenza delle ostilità, prestare cure di urgenza a quasi mille mamme e neonati.
Davanti a questa escalation di violenza, non possiamo che associarci ai messaggi di pace pronunciati con costanza ed intensità ammirevoli dal Santo Padre e ci uniamo alle Sue preghiere perché gli uomini di buona volontà uniscano gli sforzi affinché la concordia e la comprensione si affermino in tutti i campi sulla volontà di risolvere con la forza le divergenze di opinione, i conflitti e le situazioni di insicurezza che rischiano di insanguinare il mondo.
È anche per questo che il nostro Ordine, il quale, in nome della sua ispirazione cristiana, fonda la propria azione sulla solidarietà imparziale e la sua vocazione universale di aiuto ai bisognosi, deve ora più che mai proseguire la sua azione umanitaria e spirituale.
I Rappresentanti, Osservatori dell’Ordine, seguono con grande interesse lo sviluppo delle operazioni di mantenimento della pace e della sicurezza da parte del personale delle Nazioni Unite. L’Ordine ha già potuto fornire assistenza medica ai caschi blu, sia in Africa che nei nuovi stati della ex Jugoslavia. Una stretta collaborazione è in corso anche con il Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Infatti, l’Ordine ha partecipato a numerosi interventi, per l’assistenza immediata nei campi di rifugiati e per i programmi a medio e lungo termine per facilitarne il ritorno nei paesi e nelle regioni di origine. Un recente esempio di questa cooperazione è la nostra partecipazione ai programmi di formazione ospedaliera. Recentemente una delle nostre Associazioni Nazionali è stata scelta per assistere da un punto di vista medico le forze di intervento pacifiche delle Nazioni Unite in Afghanistan. Questo insigne marchio di fiducia permette ai nostri volontari ed al nostro personale non solo di favorire l’azione umanitaria e sanitaria delle forze di intervento delle Nazioni Unite, ma anche di prestare il nostro aiuto diretto alle popolazioni locali duramente colpite dai conflitti che hanno lacerato questo paese.
In occasione degli auguri che mi avete fatto, tengo ad esprimere, a mia volta, la mia più viva gratitudine agli Stati che rappresentate, Signore e Signori Ambasciatori, e che, riconoscendo la nostra sovranità, hanno voluto indicare la loro volontà di stabilire una collaborazione durevole con noi, allacciando relazioni diplomatiche con il Sovrano Militare Ordine di Malta. È così che ho avuto l’opportunità di ricevere nel 2002 al Palazzo Magistrale la visita ufficiale di rappresentanti di paesi amici. Tra i principali segnaliamo quelle dei Presidenti della Repubblica Ceca e della Repubblica di Ungheria, quelle dei Capi di Stato del Nicaragua, del Guatemala e della Bolivia, la visita di una delegazione parlamentare del Canada e quella del Ministro degli Affari Esteri di Cuba.
Per quanto riguarda le Visite di Stato all’estero, mi sono recato in Romania all’inizio del 2002 e a novembre dell’anno scorso in Bolivia dove, dopo un congresso dedicato allo sviluppo delle nostre opere e della nostra azione spirituale in America Latina, ho fatto visita al Presidente della Repubblica, Sua Eccellenza Gonzalo Sánchez de Lozada, al suo Palazzo di La Paz.
Vorrei infine ricordare la mia visita dello scorso dicembre a Sua Eccellenza Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica Italiana, questo grande paese di cultura e civilizzazione millenaria, architetto illuminato dell’Unione Europea e sostenitore fedele presso le Nazioni Unite delle opere di pace e della sicurezza internazionale. Come ho già avuto occasione di dire al Capo dello Stato italiano, l’Ordine non può dimenticare che dopo il nostro errare a seguito della cacciata dei Cavalieri dall’Isola di Malta, l’Italia ci ha generosamente accolti dandoci la facoltà di stabilire la nostra sede in questo paese che amiamo.
Da allora la collaborazione e il sostegno dello Stato italiano non sono mai mancati e anche di recente, dopo la firma dell’Accordo Sanitario del dicembre 2000, che ci aiuta a effettuare in questo paese la nostra attività ospedaliera e sanitaria, il Parlamento è stato investito della ratifica di questa convenzione per noi importantissima.
Se, come spero vivamente, le due Camere si pronunceranno positivamente al riguardo, potremo intraprendere la riorganizzazione delle nostre opere ospedaliere e in particolare quelle destinate al nostro Ospedale San Giovanni Battista della Magliana, presso il quale tanti Cavalieri italiani si dedicano al servizio dei malati che, in gran numero si rivolgono a questa struttura le cui cure sono grandemente apprezzate.
Signor Decano,
Eccellenze, Signore e Signori,
Vorrei concludere il mio intervento ringraziandovi ancora della vostra presenza e augurando a tutti voi, alle vostre famiglie ed ai Paesi che rappresentate così degnamente prosperità, benessere e serenità. Esprimo la viva speranza che con l’aiuto di Dio la volontà di pace e di collaborazione possa ancora affermarsi nel mondo e permetterci di godere dei benefici della concordia e della solidarietà.
Villa Malta, Roma 14 gennaio 2003