Il Gran Maestro Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto ha ricevuto oggi il Corpo Diplomatico accreditato presso il Sovrano Ordine di Malta per la tradizionale udienza di inizio del nuovo anno. L’incontro ha avuto luogo nella Villa Magistrale a Roma.
Dopo il discorso del Decano del Corpo diplomatico, l’ambasciatore di Ucraina Tetiana Izhevska, il Gran Maestro ha pronunciato il suo discorso che riportiamo integralmente qui di seguito.
Signora Decano, Eccellenze, Signore e Signori,
è con grande piacere che rivolgo a tutti voi un caloroso benvenuto in occasione del tradizionale scambio di auguri di inizio anno. Un saluto particolare a quegli Ambasciatori che si trovano a partecipare per la prima volta alla tradizionale udienza con il corpo diplomatico accreditato presso il Sovrano Ordine di Malta.
Ringrazio sentitamente l’Ambasciatore di Ucraina, decano del Corpo diplomatico, per il discorso che ha pronunciato a nome di voi tutti e che ho molto apprezzato.
Nel corso degli ultimi anni il riconoscimento del ruolo speciale dell’Ordine di Malta nello scenario umanitario e internazionale è via via aumentato. In virtù della sua sovranità, della sua millenaria esperienza nell’assistere i più deboli e non ultimo della sua identità cristiana, l’Ordine di Malta è sempre più apprezzato come un partner affidabile e solido, in grado di gestire interventi delicati in aree di crisi.
Il mondo purtroppo, continua ad assistere ad un protrarsi senza precedenti di conflitti e guerre, ben 36 in tutto il pianeta. Le missioni di pace delle Nazioni Unite in corso sono sedici e alcune durano da ormai settant’anni, come quella per il Medio Oriente iniziata nel 1948 e quella per il conflitto tra India e Pakistan avviata nel 1949. Voglio qui ricordare le parole di Papa Francesco, che puntuale descrive questa situazione come “una terza guerra mondiale combattuta a pezzetti”. Di fronte a questo scenario così complesso, è indubbio che anche l’azione umanitaria si trovi ad operare con grande difficoltà, ricercando nuovi approcci e metodologie per rispondere in modo più efficace ai bisogni delle popolazioni colpite da guerre e disastri naturali. Sono molte le popolazioni afflitte da violenze e tensioni e a loro va la nostra vicinanza e solidarietà. Ricordo la recente preghiera del Santo Padre per l’Ucraina e per la “pace tanto desiderata”.
Se il 2018 è stato un anno difficile per molte popolazioni, le previsioni per il 2019 restano assai preoccupanti. I conflitti stanno portando i bisogni umanitari a livelli critici. Ci sono guerre che durano da anni, come quelle in Siria – che si protrae da quasi 8 anni – e quelle nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. E non dimentichiamo lo Yemen, dove assistiamo ad una delle peggiori crisi dei nostri tempi. Impresso nella nostra mente è il volto della piccola Amal, la bimba di 6 anni morta di fame e di stenti ritratta dal New York Times. Più di venti milioni di persone, in soli quattro paesi, si trovano di fronte a fame e carestia. Per gestire l’enorme flusso migratorio che consegue da questo scenario drammatico, l’Ordine di Malta ha appoggiato e contribuito dall’inizio al delicato ed arduo percorso avviato dalle Nazioni Unite per giungere alla stesura dei nuovi patti globali per migranti e rifugiati: i primi accordi intergovernativi non vincolanti nati sotto l’egida dell’Onu e adottati da molti stati membri nel recente vertice di Marrakech a dicembre. Al summit ha partecipato anche una delegazione dell’Ordine di Malta guidata dal Gran Cancelliere e dal Grande Ospedaliere, i quali nell’ambito di diverse sessioni hanno illustrato il contributo dell’Ordine per la gestione dei flussi migratori. Essi hanno così testimoniato il grande impegno profuso sin dall’inizio della discussione sui Global Compacts per migranti e rifugiati. Siamo convinti infatti che se vogliamo governare e rendere sostenibili le migrazioni, un fenomeno globale e irreversibile, il “global compact” è lo strumento più efficace di cui disponiamo. Nessun paese né in Europa né nel mondo può agire da solo per gestire questo fenomeno con efficacia. Dispiace che alcuni Stati abbiano deciso di ritirare il loro appoggio.
Se parliamo di migrazioni non possiamo non citare il Mediterraneo, da sempre crocevia simbolo di convivenza di popoli diversi, di scambi culturali e commerciali, luogo di incontro per eccellenza. Eppure qui si consuma una delle peggiori tragedie dei nostri tempi; in fuga da povertà, guerre e carestia 2.000 persone sono morte nelle acque di questo azzurro mare che abbraccia 3 continenti e oltre 20 nazioni. Solo nel settembre del 2018, il 20 per cento di chi è partito dalla Libia risulta morto o disperso, in altre parole 2 persone su 10 non ce l’hanno fatta (secondo i dati dell’Istituto degli studi di Politica Internazionale). Lo sanno bene i nostri medici e infermieri del Corpo Italiano di Soccorso imbarcati sulle navi italiane che, grazie ad accordi con le autorità dello Stato, dal 2008 prestano servizi di primissimo soccorso medico nell’ambito delle operazioni di ricerca e soccorso in mare. Con rappresentanti delle autorità del fragile paese libico e di organismi internazionali, stiamo portando avanti un dialogo incentrato sulla promozione della conoscenza delle leggi umanitarie.
L’odioso business della tratta degli esseri umani si nutre proprio di povertà e disperazione. E sono dunque i migranti – spesso minorenni, spesso giovani donne – le prime vittime del fenomeno che riguarda circa 25 milioni di persone. Attraverso i nostri due Ambasciatori per monitorare e combattere il traffico di esseri umani – a Ginevra e a Lagos, in Nigeria – l’Ordine di Malta è impegnato a tenere alta l’attenzione della comunità internazionale sul fenomeno e lavora affinché cresca una maggiore consapevolezza dell’opinione pubblica per agevolare politiche mirate alla riduzione del fenomeno, come l’introduzione di leggi stringenti nella catena di produzione dei beni di consumo. Di recente, a Lagos, è stato aperto un centro di assistenza per donne vittime di traffico. Le attività di sensibilizzazione riguardano anche il traffico di organi, un business spietato che genera un giro di affari di oltre un miliardo di dollari.
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L’Ordine di Malta ha messo in campo negli ultimi mesi un nuovo impegno in Medio Oriente, dove anni di controllo delle milizie del DAESH e di violenti conflitti hanno causato milioni di sfollati e paralizzato le infrastrutture locali. Al fine di agevolare il percorso di ritorno e reintegrazione delle comunità di sfollati nelle pianure di Ninive, nel nord dell’Iraq, la nostra agenzia internazionale di soccorso – Malteser International – sta ricostruendo case e scuole. I nostri operatori sono al lavoro per creare opportunità di sostentamento per i membri della comunità che rientrano nelle loro terre, tra cui cristiani e altre minoranze religiose come ad esempio gli Yazidi che hanno subito terribili persecuzioni. Grazie al sostegno del governo tedesco, il Malteser International sviluppa modelli per la promozione della coesione sociale e l’integrazione pacifica tra varie etnie e gruppi religiosi nella regione. Un approccio integrato di peace-building che mette al primo posto la promozione della dignità di ciascuno. In questo quadro operativo, vengono coinvolti anche i leader religiosi, attraverso seminari e incontri sul dialogo religioso.
In Libano, l’aumento del 25% della popolazione, causato dall’afflusso di rifugiati dalla Siria, ha avuto un forte impatto sulla già fragile struttura del paese e sulle condizioni di vita delle comunità locali. L’associazione nazionale dell’Ordine di Malta, che gestisce dieci centri medici, quattro cliniche mobili oltre a molti programmi di assistenza per giovani disabili, insieme al Malteser International sta lavorando per migliorare l’assistenza sanitaria nelle regioni più vulnerabili del paese. Questo programma, permette di soddisfare i bisogni sia dei rifugiati che delle comunità ospitanti, consentendo ai due gruppi di costruire legami sociali e culturali più forti e promuovendo la coesione sociale. In Turchia un ospedale situato al confine siriano continua a garantire accesso immediato a cure mediche per gli sfollati in fuga dalla guerra.
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In Centro e Sud America non si placa la tragedia di chi fugge dalla povertà. Ricordiamo tutti con angoscia le immagini delle carovane di migranti, composti peraltro da moltissimi minori non accompagnati. In Colombia – dove molti venezuelani cercano rifugio – la nostra agenzia internazionale, Malteser International, sviluppa programmi sanitari e alimentari per aiutare la popolazione sfollata.
Un impegno che quest’anno ha permesso al team medico di emergenza del Malteser International di ricevere il certificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e di entrare di fatto nel registro globale dell’organizzazione sanitaria delle Nazioni Unite. Inoltre, il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite ha concesso lo status di consulente speciale al Malteser International. Riconoscimenti della professionalità del braccio operativo dell’Ordine di Malta, a tutti gli effetti attore globale chiave nel settore umanitario.
Tra gli interventi di rilievo della nostra Agenzia di Soccorso Internazionale voglio ricordare i progetti nel sud est asiatico. Anche in occasione del terribile tsunami e del successivo terremoto che ha colpito l’Indonesia in ottobre, le nostre squadre di emergenza sono intervenute immediatamente per assistere le persone coinvolte e prestare soccorso. Ricordo inoltre i progetti per portare aiuti ai rifugiati delle comunità Rohingya. Nel Bangladesh, team di soccorso gestiscono tre centri medici nei campi profughi per questa minoranza perseguitata, fornendo assistenza sanitaria, alimentazione per i bambini malnutriti, supporto psicosociale. Si tratta di progetti fortemente radicati in un territorio che l’Ordine conosce bene e dove è presente da decenni.
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L’Ordine di Malta ha una lunga esperienza negli interventi in zone difficili caratterizzate da ostilità etniche o religiose. In tal senso aumenta l’impegno per promuovere la conoscenza e il rispetto delle leggi umanitarie internazionali, che in contesti di guerre asimmetriche e con la presenza di nuovi attori non istituzionali diventa più urgente. È ormai noto che le istituzioni di stampo religioso, pur con fedi diverse, condividono quei principi cardine che rendono gli uomini uguali davanti al proprio Dio. Sull’onda dei risultati del vertice umanitario internazionale del 2016, stiamo dunque lavorando alla stesura di un codice di condotta, ovvero un manuale operativo da condividere con i leader religiosi e le comunità coinvolte in conflitti. Un documento che evidenzi quei valori essenziali di dignità e rispetto della vita che sono condivisi egualmente dal Cristianesimo e dalle principali religioni.
Alcuni di voi, illustri ambasciatori, hanno avuto modo di conoscere il raggio di azione dell’Ordine di Malta, anche nel corso degli incontri tra il nostro Gran Cancelliere Albrecht Boeselager e gli Ambasciatori dei paesi europei accreditati presso la Santa Sede. Si è trattato di incontri utili per discutere le questioni più urgenti che la diplomazia internazionale si trova ad affrontare. Con lo stesso spirito di collaborazione abbiamo anche partecipato al Festival del Giornalismo del Mediterraneo, un’occasione di dialogo sulla cooperazione e l’impegno civile nella regione, attore chiave nello scacchiere internazionale.
Le occasioni per promuovere la collaborazione con le grandi istituzioni impegnate sul fronte umanitario non sono mancate nel corso dell’anno appena concluso. Personalmente ho avuto il piacere di incontrare il Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Il Gran Cancelliere nei mesi passati ha avuto proficui colloqui con il Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e con il direttore del Programma Alimentare Mondiale, entrambe organizzazioni in seno alle Nazioni Unite. Occasioni che hanno rafforzato ulteriormente l’obiettivo comune di promuovere interventi sul campo a favore delle popolazioni in difficoltà e modelli di sviluppo umani e sostenibili.
Tra i progetti più rilevanti voglio ricordare l’Ospedale della Sacra Famiglia, a Betlemme, in cui cui lavorano insieme a cristiani e musulmani e che dal 1990 è gestito dall’Ordine di Malta. Con quasi 4 mila cinquecento nascite all’anno, l’ospedale garantisce cure mediche ai neonati prematuri grazie al reparto di terapia intensiva che accoglie bambini provenienti anche da altri ospedali della regione. Le cliniche mobili gestite dall’Ospedale permettono inoltre alle donne che abitano nei villaggi della Cisgiordania – spesso non serviti da elettricità e da acqua corrente – di sottoporsi a regolari controlli neonatali. Proprio nel mese di dicembre, a testimonianza anche dell’impegno dell’Ordine nel territorio palestinese – ho ricevuto al Gran Magistero il presidente della Palestina, Mahmoud Abbas. Un incontro importante nel corso del quale il presidente ha ribadito il suo apprezzamento per la nostra azione. Nell’ottica di far avanzare il dialogo tra le parti, l’Ordine di Malta ha anche agevolato di recente un incontro tra figure religiose musulmane e israeliane. In un contesto neutrale e riservato, le parti hanno avviato una profonda riflessione sulla possibilità di un dialogo costruttivo su valori comuni.
Nel corso del 2018, il numero dei rapporti diplomatici che l’Ordine di Malta intrattiene è salito a 108 con l’apertura delle relazioni con la Repubblica di Nauru, nell’Oceano Pacifico. Abbiamo ricevuto in visita il Presidente di Capo Verde, quello del Benin, il Presidente del Montenegro, il primo ministro della Romania e diversi ministri di altri paesi. Assieme ad una delegazione dell’Ordine, mi sono recato in Camerun per una visita di Stato. E’ stata per me l’occasione per vedere sul campo il lavoro dell’Ordine di Malta che a Njombè gestisce un ospedale che offre cure e assistenza alla popolazione più povera del paese.
Nel continente africano, dove sono in corso alcune tra le peggiori crisi umanitarie, l’Ordine di Malta opera direttamente o contribuisce al funzionamento di centinaia di ospedali e dispensari. In un recente viaggio in Uganda, il Grande Ospedaliere ha presenziato alla cerimonia di inaugurazione di una scuola per ragazzi, per lo più rifugiati dal vicino Sud Sudan. Un progetto significativo: la scuola è infatti realizzata con materiali sostenibili a impatto zero sull’ambiente. Da anni il Malteser International lavora nella regione per migliorare la fornitura di acqua potabile sia per i rifugiati che per gli abitanti locali e sviluppa progetti sanitari per ridurre la diffusione di malattie. Team sanitari sono al lavoro anche nella Repubblica Democratica Del Congo a seguito della recente nuova epidemia di Ebola.
Il fronte della lotta alle epidemie resta una delle priorità dei nostri interventi: ogni anno Ordre de Malte France lancia la sua campagna per raccogliere fondi destinati alla ricerca per prevenire il morbo di Hansen e sono molti i programmi di riabilitazione – anche attraverso la nostra Fondazione CIOMAL – in molti dei paesi dove la lebbra continua ad uccidere, come Cambogia, Laos, Vietnam.
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Poche settimane fa, con numerose iniziative a livello locale, abbiamo celebrato la seconda Giornata Mondiale dei Poveri, fortemente voluta da Papa Francesco e che l’Ordine di Malta ha abbracciato con convinzione. L’aiuto ai poveri resta un’attività centrale per le associazioni, membri e volontari dell’Ordine di Malta che quotidianamente si dedicano con gentilezza e rispetto ad alleviare le sofferenze e donare momenti di vicinanza, oltre che beni di prima necessità. Nel 2018, attraverso la sua rete capillare, l’Ordine ha servito in tutto 5 milioni e mezzo di pasti nelle sue mense sociali e attraverso i programmi dei pasti a domicilio. Impegno che trova espressione anche in Russia, dove un centro sociale gestito dall’Ordine di Malta, assiste circa 76mila persone bisognose e distribuisce quotidianamente pasti caldi assieme a viveri e beni di prima necessità.
Tra le persone che ogni giorno serviamo, ci sono naturalmente gli anziani. Soprattutto in Europa il crollo demografico a cui assistiamo, spesso comporta che gli anziani restino abbandonati a se stessi e privati dei loro affetti. In Inghilterra sono circa 70 le strutture di assistenza per anziani dislocate sul territorio. Nel mese di settembre è stata inaugurata una nuova casa di riposo in grado di ospitare fino a 48 persone. Ho voluto personalmente presenziare all’inaugurazione della nuova struttura, per testimoniare l’impegno incessante dell’Ordine di Malta nell’assistenza alle persone anziane.
Anche la cura e l’attenzione ai disabili resta una delle principali attività dell’Ordine. Impegno che ogni anno trova espressione nei campi estivi per giovani disabili dove ragazzi con difficoltà psichiche e motorie si ritrovano per una settimana con altrettanti giovani volontari. I campi estivi si svolgono in molti paesi, come in Francia, Italia, Libano, Belgio, Ucraina, e quest’anno ho visitato quello internazionale che si è tenuto in Inghilterra ad agosto. Vedere questi giovani ragazzi – che spesso nella loro quotidianità sono privati di quella rete sociale che alla loro età è linfa vitale – interagire, confidarsi, ridere, divertirsi con negli occhi espressioni di fiducia e riconoscenza, è per me un ricordo indelebile che mi riempie il cuore.
Con questi sentimenti, sono certo, si apprestano a partire per Panama i 120 volontari dell’Ordine di Malta provenienti da Italia, Francia e Germania che prendono parte alla Giornata Mondiale della Gioventù, a fine gennaio. Essi saranno al servizio dei partecipanti per garantire soccorso e assistenza medica durante la cinque giorni nel paese del centro America, che vedrà la partecipazione di Papa Francesco. Siamo convinti che l’unica strada per tracciare un futuro più speranzoso per la nostra umanità sia di puntare su questi giovani che senza remore e senza timore abbracciano il prossimo annullando ogni tipo di barriera, perché come diceva Sofocle “l’opera umana più bella è di essere utile al prossimo”.
Dopo il successo del primo campo estivo per disabili a Singapore lo scorso anno, il secondo campo asiatico si è svolto a Manila, nelle Filippine. Sempre nelle Filippine si è tenuta inoltre l’ottava edizione della conferenza Asia-Pacifico, coincisa quest’anno con la nascita dell’associazione dell’Ordine di Malta a Hong Kong. Si tratta della terza associazione, dopo Singapore e Filippine, nata in territorio asiatico; un evento che conferma la crescente presenza dell’Ordine nel continente.
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Nel frattempo è proseguito il lavoro per la riforma della Carta Costituzionale, avviata nel 2017 e che ha portato alla individuazione di alcuni temi chiave per la vita dell’Ordine e dei suoi membri religiosi in particolare. Il seminario strategico che si è svolto all’inizio del 2018 con una grande partecipazione a livello internazionale, ha visto convergere consenso sui principali aspetti della riforma, tra cui la cura della vita spirituale che per un ordine cattolico deve rimanere una stella polare.
Come molti di voi sapranno, gli impegni istituzionali saranno intensi anche nel 2019. Il primo e 2 maggio si svolgerà infatti il Capitolo Generale del Sovrano Ordine di Malta convocato ogni 5 anni per analizzare lo stato complessivo dell’Ordine ed eleggere tra gli altri i membri del Sovrano Consiglio.
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Cari Ambasciatori, all’indomani del 70esimo anniversario della Dichiarazione dei diritti umani il Sovrano Ordine di Malta è più che mai impegnato nel portare assistenza e sollievo a chi soffre e nella ricerca di modelli di intervento che siano in linea con il rispetto della dignità individuale, capaci di promuovere la pace e la coesione sociale. Mai come ora abbiamo bisogno di affinare i nostri strumenti di dialogo. Le guerre e i conflitti cui assistiamo, l’aumento delle correnti populiste e xenofobe, i tentativi di disseminare informazioni false per diffondere paure e timori, devono ricordarci di quanto il ruolo della diplomazia sia fondamentale per garantire un terreno di dialogo e di credibilità nelle relazioni bilaterali e multilaterali. Esprimo a voi la mia gratitudine per il contributo che date nei vostri rispettivi ruoli nel promuovere il comune impegno per la pace e la convivenza tra i popoli,
Auguro a voi e alle vostre famiglie un sereno 2019, all’insegna della pace e dell’armonia