Domenica mattina 14 maggio, il ciclone “Mocha” ha colpito le regioni costiere del Myanmar e del Bangladesh con venti a una velocità fino a 210 chilometri orari. Le previsioni hanno avvertito che il ciclone Mocha potrebbe essere la tempesta più potente vista in Bangladesh in quasi due decenni. Un bilancio ufficiale delle vittime non è stato ancora diffuso. Secondo il sistema internazionale di allerta in caso di calamità, sono circa tre milioni le persone che potrebbero essere colpite dal ciclone in Myanmar e Bangladesh. Circa 500.000 persone sono state evacuate e sono state accolte in rifugi di emergenza. In Myanmar è stato particolarmente colpito il distretto di Sittwe, così come la regione di Cox’s Bazar in Bangladesh, dove si trova il più grande campo profughi del mondo. Il personale di Malteser International – l’agenzia di soccorso internazionale dell’Ordine di Malta – e le organizzazioni partner locali in Myanmar e in Bangladesh hanno già iniziato a distribuire i primi beni di soccorso alle persone che hanno perso tutto a causa della tempesta.
“I primi segnali di allarme per il ciclone erano stati lanciati già alcuni giorni fa, così il nostro personale e i nostri partner in Myanmar e in Bangladesh hanno potuto avviare prima le operazioni di preparazione degli aiuti di emergenza. Abbiamo già distribuito cibo, acqua potabile, alimenti per bambini e prodotti per l’igiene come misura precauzionale a sostegno delle persone”, ha detto Cordula Wasser, direttrice del Dipartimento Asia di Malteser International.
Da oltre 20 anni Malteser International sostiene la popolazione in Myanmar e attualmente conta sul campo circa 250 membri del personale. Malteser International opera nei settori della salute, dell’accesso all’acqua, dell’igiene e dei servizi igienico-sanitari e della preparazione ai disastri.
Dal 2017 Malteser International sostiene i rifugiati e le comunità che li ospitano a Cox’s Bazar, in Bangladesh. In tre centri sanitari, un’organizzazione partner locale garantisce assistenza medica alle persone, in particolare alle future mamme e ai neonati. I volontari forniscono consulenza psicosociale, tengono corsi di formazione sulla salute e l’igiene nei campi e hanno migliorato i servizi igienico-sanitari nelle scuole e nei centri sanitari della comunità.
Solo poche settimane fa un vasto incendio nel campo profughi di Cox’s Bazar aveva distrutto parte dei rifugi e delle strutture con gravi conseguenze per i rifugiati.
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