Quando le venne comunicata la malattia Paola non era sorpresa. Già subito dopo il quarto parto, aveva sentito il corpo scosso dal tremore, insistente e invadente. Poi era arrivata la diagnosi: Parkinson. E da allora per Paola si è definita una vita scandita da un prima e un dopo.
Da educatrice in una comunità per pazienti affetti da disagi psichiatrici, e dopo aver svolto vari lavori nel settore educativo, Paola si è ritrovata dall’altra parte, a rivestire il ruolo del “malato”. La sua è una storia complessa, condita però di speranza e lucidità.
Abitando a Betlemme di Chivasso in provincia di Torino, Paola è stata seguita da vari neurologi piemontesi e si è sottoposta al Deep Brain Stimulation, un delicato intervento che consiste nell’impianto chirurgico di elettrocateteri nelle aree del cervello deputate al controllo dei movimenti.
Paola è attualmente seguita da un’equipe medica del San Giovanni Battista, l’Ospedale dell’Ordine di Malta a Roma, specializzato in riabilitazione neurologica e motoria. Si tratta dell’unico ospedale su tutto il territorio nazionale ad offrire percorsi di pet therapy assistita con i cavalli.
Un approccio innovativo che ha dato risultati insperati fino a qualche anno fa, soprattutto per i pazienti malati di Parkinson. “La monta al cavallo riporta un equilibrio bacino-tronco immediato”, ci spiega la dottoressa Franca Tirinelli. “Abbiamo avuto esperienze con pazienti con trauma cranico o sintomi long-covid. I risultati sono stati eccellenti soprattutto in virtù dell’interazione paziente-animale. Non è fondamentale salire sull’animale, l’effetto positivo si misura infatti già nel “grooming” ovvero nel prendersi cura dell’animale”.
“Sono sempre stata una persona curiosa e interessata a sperimentare”, racconta Paola, in attesa del suo turno per curare e montare uno dei cavalli che si trovano nel maneggio del San Giovanni Battista, accuditi con attenzione e dedizione. “Per cui arrivando qui e scorgendo il cartello “terapia con animali” mi sono subito informata e ho chiesto se fosse compatibile con il mio percorso riabilitativo. L’attività con i cavalli viene svolta all’aria aperta per molti mesi all’ anno. Questo è estremamente stimolante a tutti i livelli: motorio, cognitivo, emotivo, per non parlare degli effetti benefici a livello circolatorio, respiratorio eccetera. I terapisti giustamente insistono molto sulla corretta postura: eretta, passo ritmico e regolare abbinato al pendolarismo delle braccia. Spesso ti invitano ad appoggiarti al garrese del cavallo o alla longina per sentirti più sicuro e per eseguire dei percorsi con attrezzi vari (palla o bastone), utilizzando sia gli arti superiori che quelli inferiori, anche ad occhi chiusi”.
Paola racconta come sia importante sintonizzarsi con il cavallo che “sa leggerti dentro e in qualche modo ti allena a fidarti lui. “Lui si prende cura di te – continua Paola – mentre tu ti curi di lui strigliandolo, spazzolandolo e dandogli qualche piccola ricompensa”.
Gli effetti della pet therapy assistita per la gestione della sintomatologia della malattia di Parkinson sono ormai evidenti da un punto di vista fisico e non si può ignorare il risvolto psicologico derivante da un’attività gratificante che regala benessere e aumenta l’autostima.