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Attuare un piano nazionale per l’integrazione dei Rom in Ungheria

Attuare un piano nazionale per l’integrazione dei Rom in Ungheria
04/07/2019

Miklos Vecsei, vicepresidente del Servizio di assistenza ungherese dell’Ordine di Malta (Magyar Maltai Szeretetszolgalat, MMSZ), è stato da poco nominato Commissario di Stato, responsabile direttamente di fronte al Primo Ministro, con il compito di coordinare e attuare un piano nazionale per l’integrazione della comunità Rom.

La sua nomina indica l’eccellente reputazione del MMSZ, così come del suo approccio e della sua metodologia per lo sviluppo e l’integrazione nella società delle comunità più povere. Approccio e metodologia riconosciuti come “best practice” dall’Unione europea e adottati in progetti regionali finanziati dall’Ue; ora il governo ungherese programma di implementarlo in 300 siti a livello nazionale, sotto la direzione del vicepresidente Vecsei. Prevedono la presenza stabile sul posto di personale dell’Ordine di Malta, lo sviluppo di attività in risposta ai particolari bisogni e desideri della comunità, e l’azione simultanea su diversi fronti prioritari, che di solito riguardano la scuola primaria, lo sviluppo della prima infanzia, interventi sanitari, attività generatrici di reddito, miglioramento delle infrastrutture e il supporto di un difensore civico.

In diverse interviste, Miklos Vecsei ha sottolineato il principio di un programma basato sulla diagnosi: “Ci sono ferite sociali molto gravi in una determinata comunità presa in carico, che non si possono curare con l’attuale proposta di progetti nazionali. Noi siamo come dei medici: dobbiamo andare dal paziente, dobbiamo visitarlo, fare una diagnosi e prescrivere la cura individuale appropriata. Nessun medico prescriverebbe un farmaco solo perché al momento è in offerta speciale”.

Vecsei ha anche rimarcato l’importanza di tenere informata e di coinvolgere la comunità più vasta in cui si interviene: “E’ un’illusione pensare che il Servizio di assistenza ungherese dell’Ordine di Malta possa curare da solo queste ferite. La società tutta deve essere il medico, il partner, deve imparare a essere inclusiva”.

Un punto essenziale della strategia è riconoscere che i bambini nati in contesti di profonda miseria hanno diritto a tutti i beni essenziali dati per scontati dagli altri ceti sociali. “La nostra società deve capire che garantire a un bimbo piccolo un letto caldo, cibo e cure mediche non rappresenta un regalo ‘da parte nostra’ a ‘loro’. Ogni bambino merita di sentirsi unico e meraviglioso”.

Photo Credit: MMSZ