Il punto di riferimento culturale e identitario del Sovrano Militare Ordine di Malta in età moderna.

Gli Archivi Magistrali, di cui è propria la specifica attività di custodia e valorizzazione degli atti e dei documenti che riguardano il governo dell’Ordine di Malta, si vengono costituendo intorno all’inizio della seconda metà del XIX secolo quando il Palazzo Magistrale diviene effettiva residenza del Gran Maestro e, alla documentazione proveniente dal periodo maltese e al fondo diplomatico, eredità dell’Ambasciata presso la Santa Sede, si affiancano i documenti prodotti dai nascenti uffici del Gran Magistero e l’Archivio del Gran Priorato di Roma. Una prima forma d’inventariazione, realizzata alla metà degli anni ’50, suddivideva il patrimonio documentale in serie identificate da un rudimentale sistema alfanumerico, molto simile a quello utilizzato in origine in Biblioteca.

In essi si conservano i documenti di ben cinque diverse istituzioni: l’Ambasciata presso la Santa Sede, istituzione periferica le cui carte partono dalla prima metà del Cinquecento; il Gran Priorato di Roma, il cui archivio di origini cinquecentesche dimora nel Palazzo dalla fine del Seicento; la Ricetta di Roma, ufficio preposto all’amministrazione dei beni e dei territori dipendenti dal Priorato; il Convento centrale, la cui documentazione “itinerante” ha seguito i Cavalieri dal 1798 in poi; e la Lingua d’Italia, organo centrale di raccordo dei Priorati italiani, di cui si conservano pochi esemplari.

La Biblioteca Magistrale svolge, invece, il ruolo di biblioteca centrale dell’Ordine di Malta e conserva una delle più complete raccolte al mondo di libri e articoli su di esso. Nata nella seconda metà del XIX secolo da un nucleo di libri donati da alcuni suoi Membri, d’allora protegge e diffonde il proprio patrimonio librario in tutto il mondo.

Oltre alla Collezione Malta (circa 5.800 tra libri e articoli) e alla Collezione Generale (circa 4.200 volumi), la Biblioteca Magistrale conserva 208 manoscritti e numerosi autografi, diversi incunaboli – tra cui Obsidionis Rhodiae Urbis descriptio di Guillaume Caoursin (1496) – otto collezioni private, periodici, stampe, carte geografiche e un interessante miscellanea fotografica.