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Si celebrano il 4 ottobre i 300 anni dalla nascita di Giovanni Battista Piranesi. Il celebre artista restaurò una delle più antiche chiese di Roma: Santa Maria in Aventino, nella Villa Magistrale dell’Ordine di Malta

Roma 23 settembre 2020 – Ricorre il 4 ottobre prossimo il terzo centenario della nascita di Giovanni Battista Piranesi, l’artista veneto – famoso incisore e architetto – che tra il 1764 e il 1766 rinnovò la Chiesa di Santa Maria in Aventino, all’interno del complesso della Villa Magistrale, sede di governo del Sovrano Ordine di Malta. Un capolavoro architettonico che nel 2018 ha ritrovato nuova luminosità e l’antica bellezza grazie ai lavori di restauro.

La Chiesa Santa Maria in Aventino

La chiesa è una delle più antiche di Roma e presenta un ciclo iconografico originale e unico, che non conosce altro esempio nella storia dell’arte. Restaurata nel Cinquecento, la chiesa cambia volto nel 1764 quando il cardinale Giovanni Battista Rezzonico, Gran Priore dell’Ordine, e nipote di Papa Clemente XIII, commissiona il rinnovamento della chiesa, dei giardini e della piazza antistante, a Giovanni Battista Piranesi. L’artista pochi anni prima (1761) aveva dedicato alla nobile famiglia veneziana dei Rezzonico il trattato “Della Magnificenza ed Architettura dei Romani”, nel quale esaltava il primato architettonico degli Etruschi e dei Romani. Piranesi – “che dal 1740 vive a Roma, ha formazione di vedutista canalettiana ma preferisce l’incisione alla pittura, è architetto ma costruisce una sola chiesa piccola e stupenda, Santa Maria del Priorato” come scrisse Giulio Carlo Argan,– concentra il suo estro visionario proprio nella Chiesa dell’Aventino usando il linguaggio dell’arte sia barocca che neoclassica , collocando nelle nicchie le tombe marmoree dei cavalieri e decorando l’esterno e interno della chiesa con stucchi prevalentemente in gesso. Queste decorazioni sono citazioni dell’iconografia etrusca, romana e del corredo iconografico della famiglia Rezzonico e dell’Ordine di Malta, devoto a San Giovanni Battista. L’altare raffigura San Basilio in gloria sopra un globo che conferisce valenza alchemica alla doppia mensa che costituisce l’altare. Sotto l’altare nella cripta riposano i resti mortali di quattro Gran Maestri.

Pochissimi furono gli artisti che accolsero con entusiasmo l’architettura della chiesa, giudicata poco coerente, non armoniosa e troppo fantasiosa. Nonostante le critiche, l’originalità suggestiva dell’arte di Piranesi ebbe successo in Europea e influì su numerosi architetti.

I lavori condotti da Piranesi ebbero inizio il 2 novembre del 1764. L’incarico prevedeva che la chiesa e la villa fossero adattati ai nuovi gusti e dotati di un accesso più agevole, a quel tempo era raggiungibile solo salendo per la via piuttosto impervia del lungotevere. Piranesi rafforzò i terrapieni del giardino, risistemò la villa e consolidò le fondazioni della chiesa cinquecentesca, rialzò i muri laterali, ristabilì la volta e progettò i decori per la sua nuova livrea. Non intervenne sulla volumetria della chiesa ma ripensò la distribuzione degli spazi interni con alcuni espedienti, per cui la chiesa, alla fine dei lavori, apparve profondamente mutata rispetto a quella originaria.

È chiara la volontà dell’artista di realizzare una vera e propria camera funeraria in onore dei Gran Priori e Gran Maestri dell’Ordine di Malta, mescolando abilmente un’iconografia funeraria, propria al mondo egiziano con quello etrusco e romano. Piranesi trasforma così questo luogo di culto nel suo testamento architettonico e spirituale. All’esterno come all’interno, nella chiesa e nella piazza, preferisce l’uso dello stucco bianco, soprelevato con un po’ di ocra, ai marmi colorati e le dorature generalmente utilizzate nelle chiese barocche, dando a l’insieme un’immagine molto solenne.

La tomba di Piranesi

Nella seconda nicchia di destra riposa il Piranesi. Una statua lo rappresenta con un’espressione assorta, appoggiato a un’erma sulla quale sono raffigurati strumenti da incisore. È vestito con un’imponente toga romana; in mano regge una testimonianza del suo ultimo viaggio di studio, compiuto a Paestum nel 1777. Piranesi aveva riservato questo spazio per la sepoltura del committente, il cardinale Giovanni Battista Rezzonico, inizialmente, al posto della statua dell’Angelini era collocato un candelabro in stile adrianeo che Piranesi stesso aveva realizzato per la sua tomba e che oggi è conservato al Louvre.

L’aspetto funerario si esprime anche attraverso raffigurazioni fortemente simboliche, poco comuni in una chiesa tradizionale, come il sarcofago mortuario (visibile sopra la porta d’ingresso della chiesa e come pietra d’altare) e il serpente, la cui immagine è ricorrente sia sulla facciata, sia sul portone d’ingresso, sia come ornamento nelle nicchie della nave, di pari passo con il cranio (immagine della vanità, della morte, della vana gloria) e le torce a testa in giù (segno di morte nella cultura antica romana, cosi come per gli addetti del culto di Mitra).

Il restauro

A due secoli e mezzo dalla sua realizzazione, questo capolavoro del Settecento romano ha ritrovato in buona parte l’aspetto immaginato dal suo artefice. Un restauro iniziato nel 2017 e terminato alla fine del 2018 che ha ridato luce all’esterno e all’interno della chiesa: le superfici sono state pulite, gli stucchi consolidati e, dove mancanti, ripristinati; le tenui campiture di colore recuperate e in qualche caso, come sulla facciata, riprese con leggere scialbature. L’approccio metodologico di intervento adottato è stato quello dei restauri delle superfici pittoriche murali, inusuale per un intervento di tali proporzioni, ma che ha permesso di ristabilire le superfici degli interni della chiesa nella loro originale cromaticità, sia nelle parti decorate in stucco, che in quelle degli sfondi.

Le iniziative

L’Ordine di Malta sta attualmente lavorando con la Fondazione Marco Besso, che possiede la più ampia raccolta di incisioni di Giovanni Battista Piranesi, ad una conferenza sull’artista e sul candelabro realizzato per la propria sepoltura e trasferito da Napoleone Bonaparte a Parigi che si svolgerà nella primavera del 2021 nella Villa Magistrale.

La Villa Magistrale

Nel complesso della Villa – che gode del diritto di extraterritorialità – hanno sede il Gran Priorato di Roma (istituzione che riunisce i membri dell’Ordine di Malta residenti nell’Italia centrale) e l’Ambasciata dell’Ordine presso la Repubblica Italiana. La Villa è oggi spesso utilizzata come sede di rappresentanza: qui il Gran Maestro riceve le visite di Capi di Stato e di governo e gli ambasciatori accreditati presso il Sovrano Ordine di Malta. La chiesa è tuttora utilizzata come luogo di culto, ad esempio per la festa di San Giovanni Battista, Patrono dell’Ordine di Malta, che si festeggia ogni 24 giugno.